La fauna
Nello stesso anno in cui il Parolini esplorò la grotta, vi introdusse – portandolo da Postumia (Slovenia) – il Proteus anguinus, anfibio cavernicolo molto lento e cieco, lungo circa 15 cm., di color rosa e provvisto permanentemente di branchie. Per oltre un secolo e mezzo si pensò che l’esperimento fosse fallito, e lo stesso Brentari scrisse che morirono. Invece, nel 1965, il Gruppo Speleo-idrologico Friulano ne individuò alcuni esemplari nei tratti sotterranei sia del Covol dei Siori che in quello dei Veci, avvistamenti poi ripetuti periodicamente da molti speleosub.
Oltre al Proteo e a qualche pesce che nuota nelle acque dell’Oliero, gli ambienti ipogei ospitano animali di piccole dimensioni che hanno sviluppato gi adattamenti necessari a vivere in ambiente cavernicolo, i più comuni dei quali sono insetti come iTroglobi, i Troglofili e i Troglosseni.
Fuori delle grotte, il particolare ambiente naturale favorisce la presenza del merlo acquaiolo (Cincius cincius) chepossiede la caratteristica specifica di risalire il fondo del fiume camminando controcorrente utilizzando le ali come alettoni che lo tengono schiacciato al fondo – a caccia di larve di insetti e piccoli crostacei che scova con il becco affilato. Molti altri poi sono gli animali che frequentano le sorgenti dell’Oliero, comuni a tutti gli ambienti umidi della valle.