I terrazzamenti
L’elemento più caratteristico della Valbrenta è senz’altro il sistema di terrazzamenti che ne ricopre la parte più bassa dei versanti. Si tratta di un’architettura collettiva, nata cioè non dal progetto di un singolo ma dall’esperienza – e dalla necessità – di molti.
L’osservazione di questo incredibile intreccio di superfici e muri a secco – le masière, dal latino “maceria” – evoca istintivamente le risaie dell’Indocina o le colture di mais delle civiltà precolombiane, dietro alle quali sta la stessa sapienza.
Questo paesaggio artificiale è frutto dunque dell’opera della comunità locale che a partire dal ’700 intuì lo sviluppo che nel corso del tempo avrebbe avuto la tabacchicoltura, da poco conosciuta e importata nella Valbrenta dai benedettini del monastero della Santa Croce di Campese come pianta “da fiuto” con funzioni espettoranti e poi divenuta uno dei “vizi” più diffusi e nocivi del pianeta.